“Mai più soli”: in libreria e negli store on line il romanzo di Gloria Rosati e Alessio Caprara edito da De Cultura
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3 Agosto 2024Gran pienone nella Sala Consiliare di Lariano per la primissima presentazione del romanzo “Mai più soli”, scritto da Gloria Rosati e Alessio Caprara, edito da De Cultura. Alla presenza del Sindaco Francesco Montecuollo e del direttore del Sistema Castelli Romani Giacomo Tortorici, gli autori hanno dialogato con Sabrina Verri, Assessore alla Cultura e docente, e Frida Nuzzo, psicoterapeuta. Il libro al centro del dibattito è un romanzo di formazione in cui i due autori, costruendo una storia che si presta anche alla versione cinematografica, toccano una serie di temi di grande rilevanza sociale e culturale rivolgendosi sia ai più giovani che agli adulti.
Già dai saluti istituzionali del Sindaco Montecuollo e del direttore Tortorici è emerso proprio l’aspetto del valore sociale che il romanzo ha, nel suo impattare su argomenti delicati eppure fondamentali da affrontare per gli adolescenti e non solo. L’Assessore Sabrina Verri, nel ruolo di moderatrice, ha ben sottolineato come sia cardinale la figura degli insegnanti che vanno incontro a una forte responsabilità agendo sulla formazione dei ragazzi e delle ragazze. La stessa Gloria Rosati, autrice del libro, è insegnante e dalla sua esperienza personale ha potuto attingere soprattutto per la caratterizzazione psicologica dei personaggi e per la descrizione delle dinamiche sociali giovanili.
La centralità della famiglia è stata spesso ribadita, in quanto è proprio l’ambiente domestico a rappresentare l’approdo per i più giovani e se non si mostra all’altezza rischia di favorire, più o meno indirettamente, certe situazioni. Un po’ quanto accade a Irene, la protagonista di “Mai più soli”, ragazza che vive una routine monotona essendo alle prese con una madre molto distaccata e anaffettiva e una dimensione scolastica dove il bullismo è estremamente diffuso. Irene, inoltre, coltiva un’altra grande mancanza: non ha mai conosciuto suo padre, e quindi decide di cercarlo fino a fuggire.
Molto importante ai fini del dibattito è stato il contributo della psicoterapeuta Frida Nuzzo, alla quale è stato chiesto di contestualizzare – a partire dal romanzo stesso – il valore della famiglia e i principali rischi che la società presenta per gli adolescenti, in un’età fragile, per dirla citando la vincitrice del Premio Strega Donatella Di Pietrantonio.
Entrambi gli autori, Gloria Rosati e Alessio Caprara, hanno inoltre raccontato di aver inevitabilmente inserito anche spunti biografici pur essendo la storia inventata nella sua architettura generale. Proprio questa peculiarità narrativa ha conferito maggiore forza alla struttura del romanzo, che catalizza l’attenzione dei lettori anche per la grande empatia fra i personaggi e chi li ha collocati sullo scacchiere letterario. Una simbiosi possibile solo se c’è un coinvolgimento emotivo tra storia e autori.
Molto interessante è stata la chiave interpretativa che Gloria Rosati ha presentato assegnando un’allegoria per ogni personaggio: Irene e Aurora, la sua migliore amica, hanno in loro la chiave del coraggio. Alla professoressa Giusti, nella sua veste di modello di riferimento, è stata associata la chiave dell’osservazione. A Mirko il bullo, invece, ha assegnato la chiave del rispetto e dell’educazione.
“Il dibattito si è rivelato essere più una piacevole chiacchierata che un confronto formale, per quanto siano stati trattati argomenti e temi che non devono essere sottovalutati”, hanno dichiarato gli autori, Rosati e Caprara, al margine dell’evento. “Prendendo spunto dalle tematiche affrontate nel romanzo, abbiamo potuto rivolgere una serie di appelli di carattere pedagogico-educativo. Innanzitutto, per quanto non gli spetti il ruolo di guardie carcerarie, gli insegnanti dovrebbero osservare i comportamenti degli alunni anche al di fuori delle aule scolastiche: un tipo di controllo capace di prevenire eventuali mariolerie da parte degli studenti; e a questo punto, diventa provvidenziale anche la partecipazione dei genitori, che per primi devono assumere il compito di educare i propri figli ed essere presenti nelle loro vite – con la dovuta giusta moderazione, beninteso -; l’assenza di queste figure educative nelle vite dei giovani di oggi rischia di essere una delle concause, se non addirittura una delle cause principali, della fragilità comportamentale delle ragazze e dei ragazzi che, se non vigilati e non educati, rischiano, seguendo esempi tutt’altro che virtuosi e con l’intenzione di omologarsi alla stragrande maggioranza dei propri coetanei, di compiere gesti che definiremmo empi sarebbe riduttivo ,dai “semplici” atti di bullismo scolastico fino ad azioni di aberrante e macabra violenza”, hanno detto.
“Come prevenire tutto questo? O, quantomeno, come si fa a contenere i danni? La risposta migliore che siamo riusciti a trovare nel corso del dibattito è stata attraverso un percorso di educazione all’empatia, ovvero quel tipo di forma mentis che ti spinge a metterti nei panni e di entrare nel mondo dell’altro, di capirlo e di stimolarlo in modo tale da farne uscire fuori il meglio di sé. Un’educazione al confronto, al dialogo e all’ascolto. Che diventa un tipo di educazione quasi rivoluzionario in un’epoca come la nostra votata all’anestesia emotiva e alla messa alla berlina di qualsiasi cosa e qualsiasi persona”, hanno concluso Gloria Rosati e Alessio Caprara.
In chiusura, prima del firma-copie e delle foto di rito, è intervenuto anche Daniele Dibennardo, il quale ha portato il saluto della Fondazione De Cultura e della casa editrice. Il successo della presentazione del romanzo e l’insegnamento che dona ai lettori rappresentano un ottimo punto di partenza per “Mai più soli”, che nelle prossime settimane continuerà il suo tour per veicolare verso i lettori il potente messaggio sociale e culturale insito pagina dopo pagina in tutto il libro.